Come affrontare ansia e paura, ostacolo alla leadership
Tema importante, senza mezzi termini, che desidero affrontare perché sempre più spesso si parla di leadership in interessanti convegni e dibattiti, dove in molti si riversano per trovare ispirazione e magari la “strategia vincente“, come diremmo in termini PNL.
Essere Leader di se stesso, prendere il controllo della propria vita, del proprio lavoro, del proprio destino.
Analizzando con un pò di attenzione e qualche elemento di PNL, che non guasta mai, emerge in modo piuttosto netto che spesso coloro che vengono considerati leader, tra le altre caratteristiche, hanno una differente strategia nell’affrontare proprio Ansia e Paura.
Per questo desidero scrivere per far chiarezza e fornire quegli elementi per fare quel passo in più che … spesso si ha timore di compiere.
Ognuno di noi ha avuto e, forse, ha tuttora il brivido di provare Ansia e/o Paura, “questa” emozione … già … singola … Questa è la spiegazione che ne da Lucio della Seta, analista psicologi della scuola di Jung. Nel suo libro, “Debellare l’ansia e il panico” lui affronta il tema prima come uomo che ha provato quelle emozioni e poi come psicologo.
Da quel libro sono nate molte riflessioni e in questo articolo desidero unirle con spunti per comprendere meglio e gestire le stesse situazioni con la PNL e con la mia personale modalità, con l’obiettivo di fornire strumenti di riflessione affinché sia più facile affrontare le situazioni della vita.
Paura e Ansia, nella descrizione del libro, sono due aspetti della stessa emozione: il primo termine indica l’emozione che si prova quando è direttamente minacciata l’incolumità dell’organismo, con il secondo si indica la stessa emozione che si basa, però, sulla previsione mentale del possibile pericolo anche se questo non si verificherà mai.
La Paura nasce dopo l’attivazione del sistema biologico di autodifesa, che dalle ghiandole surrenali genera immediatamente adrenalina per potenziare proteggere il sistema dal possibile pericolo, rendendo disponibile una quantità poderosa di energia e capacità di reazione. Il sistema immunitario svolge lo stesso ruolo con i nemici invisibili ad occhio nudo. L’allergia alle fragole, per esempio, risulta un eccesso di autodifesa così come l’ansia prima di parlare in pubblico o di prendere una decisione: è questo, in sintesi, lo schema che ben rappresenta questo stato emotivo diffuso.
La differenza con un leader adesso diventa più chiara: gestisce meglio l’allergia alle fragole, ossia lo stato ansioso viene affrontato e tenuto sotto controllo, con strategie personali.
Qualcuno (William James), oltre un secolo fa, si chiese: Quando incontro un orso, mi batte il cuore perché ho Paura oppure ho Paura perché mi batte il cuore?
La scienza, da tempo, dice che è buona la seconda, ossia l’emozione arriva dopo l’evento biologico di reazione, anche se spesso la percezione è al contrario, un pò come il Sole che gira intorno alla Terra.
Di fatto attivandosi “a vuoto” il sistema difensivo che genera lo stato d’Ansia, abbiamo quello è stato definito da Ivan Pavlov il “riflesso condizionato”.
In questo famoso esperimento per dimostrarlo, Pavlov fece precedere all’azione di dare del cibo a un cane, il suono di un campanello; nella prima fase dell’esperimento Pavlov fece suonare il campanello e non rilevò nessuna secrezione salivare nel cane, in seguito gli fornì la carne e lo stimolo venne attivato; nella fase successiva il campanello venne fatto suonare mentre al cane venne dato il cibo. Infine nella terza fase venne rilevato uno stimolo salivare già al solo suono del campanello: il cane associò al suono del campanello l’arrivo del cibo e ciò provocò in lui una secrezione salivare, l’acquolina in bocca, appunto. Il campanello divenne quindi lo stimolo incondizionato che anticipava tutto il resto.
La PNL, che analizza dall’esterno i comportamenti, sia con il riflesso condizionato che con l’attenzione selettiva, ci permette di rendere ancora più immediata la gestione autonoma del fenomeno, in quanto indirizzando l’attenzione a ciò che per noi è fonte di sicurezza e di motivazione, ci permette di compiere passi avanti in sicurezza.
Nello specifico, concentrarsi in piccoli ma costanti obiettivi alla nostra portata, progressivamente portiamo il nostro cervello a considerare gli esempi positivi, che abbiamo raggiunto: il riflesso condizionato sarà generato da una parola come “bravo/a” che gli altri ci diranno e che ci diremo anche noi oppure da un semplice sorriso, che sarà in grado di generare dentro di noi le piacevoli sensazioni del successo, anche se apparentemente di piccole dimensioni.
E’ la progressiva somma di tanti e costanti piccoli “bravo” e “brava” che ci permette di abituare il cervello a prestare l’attenzione selettiva alle nostre capacità positive: è questo il mio metodo.
Una persona priva di questa abitudine a costruire piccoli passi positivi, in caso di errore, potrebbe solo rilevare che si tratta dell’ennesimo, rinforzando il “campanellino” dell’ansia.
Io ho costruito progressivamente tanti piccoli passi positivi che mi permettono, quando sbaglio (e capita tranquillamente) di guardare indietro e contare quante volto sono stato bravo (tante) e quanto no (poche). Questo mi permette di ricaricarmi facilmente semplicemente attingendo ai miei stessi risultati che ho volontariamente costruito. Poi guardando avanti riparto, fiducioso più che mai.